LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano
La grave crisi in Terra Santa è stata oggetto dell’attenzione del Papa all’Angelus di domenica 13 luglio. Ricordando l’incontro dell’8 giugno scorso, Francesco ha detto: “abbiamo invocato il dono della pace e ascoltato la chiamata a spezzare la spirale dell’odio e della violenza. Qualcuno potrebbe pensare che tale incontro sia avvenuto invano. Invece no! La preghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal male né rassegnarci a che la violenza e l’odio prendano il sopravvento sul dialogo e la riconciliazione”. Di qui l’invito “a non risparmiare la preghiera e a non risparmiare alcuno sforzo per far cessare ogni ostilità”. Poi la voce del Papa si fa preghiera: “ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: ‘mai più la guerra!’; ‘con la guerra tutto è distrutto!’. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace… Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono.”
Prima dell’appello, la riflessione è andata su quella parabola del seminatore che fa da introduzione a tutte le altre: “questa parabola parla oggi a ciascuno di noi, come parlava agli ascoltatori di Gesù duemila anni fa. Ci ricorda che noi siamo il terreno dove il Signore getta instancabilmente il seme della sua Parola e del suo amore. Con quali disposizioni lo accogliamo? E possiamo porci la domanda: Com’è il nostro cuore? A quale terreno assomiglia: a una strada, a una pietraia, a un roveto? Dipende da noi diventare terreno buono senza spine né sassi, ma dissodato e coltivato con cura, affinché possa portare buoni frutti per noi e per i nostri fratelli”.
Francesco, ricordando che la presenza del Maligno che “non vuole che il seme del Vangelo germogli nel cuore degli uomini”, ha detto chiaramente che “ci farà bene non dimenticare che anche noi siamo seminatori” e che “Dio semina semi buoni”, invitandoci a chiederci cosa seminiamo noi: “che tipo di seme esce dal nostro cuore e dalla nostra bocca? Le nostre parole possono fare tanto bene e anche tanto male! Possono guarire e possono ferire; possono incoraggiare e possono deprimere. Ricordatevi quello che conta non è ciò che entra, ma quello che esce dalla bocca e dal cuore. La Madonna ci insegni, con il suo esempio, ad accogliere la Parola, custodirla e farla feconda in noi e negli altri”.
Gian Paolo Cassano
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.