La parola di Papa Francesco

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano
Riflettendo sul “timore di Dio” si è concluso il ciclo di catechesi dedicato ai doni dello Spirito Santo. Mercoledì 11 giugno, all’udienza generale, Francesco ha spiegato che essere pervasi dal timore di Dio non significa avere paura di Lui: “Dio è Padre  che ci ama, vuole la nostra salvezza e sempre perdona”. Il timore di Dio, invece, è il sentirsi piccoli, “come bambini nelle braccia del nostro papà”, docili e certi che tutto viene dalla grazia. Per questo occorre “aprire il cuore perché la bontà e la misericordia di Dio vengano a noi. Questo fa lo Spirito Santo con il dono del timore di Dio: apre i cuori. Cuore aperto affinché il perdono, la misericordia, la bontà, le carezze del Padre vengano a noi. Perché noi siamo figli infinitamente amati”. Il timore di Dio fa di noi “cristiani convinti, entusiasti, conquistati da questo amore” non ” sottomessi al Signore per paura”. Bisogna però stare attenti, perché questo dono dello Spirito è anche un “allarme di fronte alla pertinacia del peccato”. Infatti “quando una persona vive nel male, quando bestemmia contro Dio, quando sfrutta gli altri, quando li tiranneggia, quando vive soltanto per i soldi, per la vanità o il potere o l’orgoglio, allora il santo timore di Dio ci mette in allerta: attenzione! Con tutto questo potere, con tutti questi soldi, con tutto il tuo orgoglio, con tutta la tua vanità, non sarai felice. Nessuno può portare con sé dall’altra parte né i soldi, né il potere, né la vanità, né l’orgoglio. Niente!” Allora “possiamo soltanto portare l’amore che Dio Padre ci dà”. Il Papa poi esemplifica le insidie del peccato: “voi pensate che una persona corrotta sarà felice, dall’altra parte? No! Tutto il frutto della sua corruzione ha corrotto il suo cuore e sarà difficile andare dal Signore. Penso a coloro che vivono della tratta di persone e del lavoro schiavo: voi pensate che questa gente che tratta le persone, che sfrutta le persone con il lavoro schiavo, ha nel cuore l’amore di Dio? No, non hanno timore di Dio e non sono felici. Non lo sono”. Senza timore di Dio è anche chi fabbrica armi “per fomentare guerre (…) Questi fabbricatori di armi non vengono a sentire la Parola di Dio! Questi fabbricano la morte, sono mercanti di morte e fanno mercanzia di morte. Che il timore di Dio faccia loro comprendere che un giorno tutto finisce e che dovranno rendere conto a Dio”.
Domenica 15 giugno, all’Angelus, ha rivolto un appello per la pace in Iraq ed annunciato una sua prossima visita a Tirana il 21 settembre. Poi, ricollegandosi alla domenica ha affermato che “nella Trinità riconosciamo anche il modello della Chiesa, nella quale siamo chiamati ad amarci come Gesù ci ha amato”. “E’ l’amore il segno concreto che manifesta la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. È l’amore il distintivo del cristiano” Di qui la raccomandazione a non cadere in contraddizione, pensando “a cristiani che si odiano. E’ una contraddizione! E questo cerca sempre il diavolo: farci odiare, perché lui semina sempre la zizzania dell’odio; lui non conosce l’amore: l’amore è di Dio !” Ma “tutti siamo chiamati a testimoniare ed annunciare il messaggio che «Dio è amore», che Dio non è lontano o insensibile alle nostre vicende umane”. Questo “è l’amore di Dio in Gesù. Quest’amore che è tanto difficile da capire, ma che noi sentiamo quando ci avviciniamo a Gesù. E Lui ci perdona sempre; Lui ci aspetta sempre, Lui ci ama tanto! E l’amore di Gesù che noi sentiamo è l’amore di Dio!” “Una persona che ama gli altri per la gioia stessa di amare è riflesso della Trinità. Una famiglia in cui ci si ama e ci si aiuta gli uni gli altri è un riflesso della Trinità. Una parrocchia in cui ci si vuole bene e si condividono i beni spirituali e materiali è un riflesso della Trinità” che “è un dinamismo di amore, di comunione, di servizio reciproco, di condivisione”. Ho colto poi il collegamento tra Trinità e Eucaristia che “è come il ‘roveto ardente’ in cui umilmente abita e si comunica la Trinità”; è “per questo” che “la Chiesa ha messo la festa del Corpus Domini dopo quella della Trinità” !
Gian Paolo Cassano

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