LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano
Mercoledì 1 maggio (festa del lavoro e in cui la Chiesa celebra san Giuseppe lavoratore) Papa Francesco ha parlato della dignità e dell’importanza del lavoro che fa parte del piano di amore di Dio: “il lavoro, per usare un’immagine, ci ‘unge’ di dignità, ci riempie di dignità; ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce sempre; dà la capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria Nazione”.
Di qui il pensiero alla difficoltà che oggi incontra, “a quanti, e non solo giovani, sono disoccupati, molte volte a causa di una concezione economicista della società, che cerca il profitto egoista, al di fuori dei parametri della giustizia sociale”.
Così il Pontefice ha rivolto “a tutti l’invito alla solidarietà, e ai Responsabili della cosa pubblica l’incoraggiamento a fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all’occupazione; questo significa preoccuparsi per la dignità della persona”.
Bisogna “non perdere la speranza (…) nella certezza che Dio non ci abbandona”. Rivolgendosi ai giovani ha detto: “impegnatevi nel vostro dovere quotidiano, nello studio, nel lavoro, nei rapporti di amicizia, nell’aiuto verso gli altri; il vostro avvenire dipende anche da come sapete vivere questi preziosi anni della vita. Non abbiate paura dell’impegno, del sacrificio e non guardate con paura al futuro; mantenete viva la speranza: c’è sempre una luce all’orizzonte.”
Infine ha rivolto un appello contro “il lavoro che schiavizza” perché da parte di tutti ci sia “una decisa scelta contro la tratta delle persone, all’interno della quale figura il ‘lavoro schiavo’”.
Al Regina Coeli domenica 5 maggio ha rivolto un saluto speciale alle Chiese d’Oriente che celebrano la Pasqua, ed ai cristiani che vivono tra prove e sofferenze, perché il Paraclito, “consoli e conforti tutti i cristiani, li guidi sulla via della riconciliazione e della pace”.
Così ha anche elevato un pensiero, in occasione della Giornata dei bambini vittime della violenza, “a quanti hanno sofferto e soffrono a causa di abusi. Vorrei assicurare loro che sono presenti nella mia preghiera”. Di qui l’invito ad impegnarsi “con chiarezza e coraggio affinché ogni persona umana, specialmente i bambini, che sono tra le categorie più vulnerabili, sia sempre difesa e tutelata”.
Infine, il pensiero del Papa è andato al Brasile, alla nuova Beata Francisca de Paula De Jesus, detta “Nhá Chica”: “la sua vita semplice fu tutta dedicata a Dio e alla carità, tanto che era chiamata ‘madre dei poveri’. Mi unisco alla gioia della Chiesa in Brasile per questa luminosa discepola del Signore”.
Gian Paolo Cassano
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