LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
“In ogni persona il desiderio di pace è aspirazione essenziale” e “la pace è il bene per eccellenza da invocare come dono di Dio e, al tempo stesso, da costruire con ogni sforzo”. Lo ho ricordato Benedetto XVI celebrando l’Eucaristia il 1 gennaio, nella solennità di Maria SS. Madre di Dio e XLVI Giornata Mondiale della Pace, ricordando che “nonostante il mondo sia purtroppo ancora segnato da «focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti diseguaglianze fra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualistica espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato», oltre che da diverse forme di terrorismo e di criminalità, sono persuaso che «le molteplici opere di pace, di cui è ricco il mondo, testimoniano l’innata vocazione dell’umanità alla pace.”
Se “l’uomo è fatto per la pace che è dono di Dio” il suo fondamento sta nella “certezza di contemplare in Gesù Cristo lo splendore del volto di Dio Padre, di essere figli nel Figlio, e avere così, nel cammino della vita, la stessa sicurezza che il bambino prova nelle braccia di un Padre buono e onnipotente”.
All’Angelus il Papa ricorda che gli operatori di pace “sono tutti coloro che, giorno per giorno, cercano di vincere il male con il bene, con la forza della verità, con le armi della preghiera e del perdono, con il lavoro onesto e ben fatto, con la ricerca scientifica al servizio della vita, con le opere di misericordia corporale e spirituale. Gli operatori di pace sono tanti, ma non fanno rumore. Come il lievito nella pasta, fanno crescere l’umanità secondo il disegno di Dio.” Benedetto XVI affida a Maria il nuovo anno paragonandolo ad “un viaggio: con la luce e la grazia di Dio, possa essere un cammino di pace per ogni uomo e ogni famiglia, per ogni Paese e per il mondo intero.”
Nella prima udienza generale dell’anno (mercoledì 2 gennaio) ha riflettuto sull’origine di Gesù che è il Padre: “è il Figlio Unigenito del Padre, viene da Dio” che “per opera dello Spirito Santo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria” come ripetiamo “ogni volta che recitiamo il Credo, la Professione di fede.” Per questo “chiniamo il capo perché il velo che nascondeva Dio, viene, per così dire, aperto e il suo mistero insondabile e inaccessibile ci tocca: Dio diventa l’Emmanuele, Dio con noi”.
E’ l’annuncio del Natale “che risuona sempre nuovo e che porta in sé speranza e gioia al nostro cuore, perché ci dona ogni volta la certezza che, anche se spesso ci sentiamo deboli, poveri, incapaci davanti alle difficoltà e al male del mondo, la potenza di Dio agisce sempre e opera meraviglie proprio nella debolezza”.
Se a volte “possiamo avvertire la nostra povertà, la nostra inadeguatezza di fronte alla testimonianza da offrire al mondo … dobbiamo avere fiducia in Dio, rinnovando la fede nella sua presenza e azione nella nostra storia, come in quella di Maria. Nulla è impossibile a Dio! Con Lui la nostra esistenza cammina sempre su un terreno sicuro ed è aperta ad un futuro di ferma speranza”.
E’ un messaggio di fiducia: “solo se ci apriamo all’azione di Dio, come Maria, solo se affidiamo la nostra vita al Signore come ad un amico di cui ci fidiamo totalmente, tutto cambia, la nostra vita acquista un nuovo senso e un nuovo volto: quello di figli di un Padre che ci ama e mai ci abbandona”.
Gian Paolo Cassano
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