LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
L’eco della divulgazione di notizie riservate dal Vaticano (che ha riempito le cronache dei giornali) è risuonata nell’Udienza generale di mercoledì 30 maggio, con “la ferma certezza che nonostante la debolezza dell’uomo, le difficoltà e le prove la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo e il Signore mai le farà mancare il suo aiuto per sostenerla nel suo cammino.”
Nelle Catechesi si è soffermato in particolare sulla preghiera di benedizione e ringraziamento a Dio all’inizio Seconda Lettera ai Corinzi dove domina “il tema della consolazione, da non intendersi solo come semplice conforto, ma soprattutto come incoraggiamento ed esortazione a non lasciarsi vincere dalla tribolazione e dalle difficoltà. L’invito è a vivere ogni situazione uniti a Cristo, che carica su di sé tutta la sofferenza e il peccato del mondo per portare luce, speranza e redenzione. E così Gesù ci rende capaci di consolare a nostra volta quelli che si trovano in ogni genere di afflizione. La profonda unione con Cristo nella preghiera, la fiducia nella sua presenza, conducono alla disponibilità a condividere le sofferenze e le afflizioni dei fratelli”.
In nessun momento Paolo ha “sentito venir meno il sostegno del Padre misericordioso, del Dio di ogni consolazione”, nemmeno nel subire “persecuzioni, fino ad essere rinchiuso in carcere”. Così anche per noi, quando siamo segnati “da difficoltà, da incomprensioni, da sofferenze. Nel rapporto fedele con il Signore, nella preghiera costante, quotidiana, possiamo anche noi sentire concretamente la consolazione che viene da Dio. E questo rafforza la nostra fede, perché ci fa sperimentare in modo concreto il «sì» di Dio all’uomo in Cristo, la fedeltà del suo amore, che giunge fino al dono del suo Figlio sulla Croce”. Dio infatti “non si stanca con noi, non si stanca mai di avere pazienza con noi e con la sua immensa misericordia ci precede sempre, ci viene incontro per primo, è assolutamente affidabile questo suo sì.”
Benedetto XVI ha invitato per questo ha cogliere il significato dell’amen (che significa “essere certo” o “dire la verità”) nella preghiera che “è l’incontro con Dio che rinnova la sua fedeltà incrollabile, il suo «sì» all’uomo, a ciascuno di noi, per donarci la sua consolazione in mezzo alle tempeste della vita e farci vivere, uniti a Lui, un’esistenza piena di gioia e di bene, che troverà il suo compimento nella vita eterna”.
Gian Paolo Cassano
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