LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
Benedetto XVI ha ripreso il tema del suo viaggio in Germania nel corso dell’udienza generale di mercoledì 28 settembre.
Un viaggio “dal nord al sud, dall’est all’ovest”, da Berlino a Friburgo, per percepire tra i cattolici la “gioia” di esserlo, per confermare nella fede la Chiesa tedesca ed esortarla a una maggiore libertà dai “fardelli materiali”, per rendere più forti e amichevoli i rapporti ecumenici e interreligiosi, oltre che istituzionali.
Il papa ha ricordato come nella sua prima tappa a Berlino abbia voluto “esporre il fondamento del diritto e del libero Stato di diritto, cioè la misura di ogni diritto, inscritto dal Creatore nell’essere stesso della sua creazione. E’ necessario perciò allargare il nostro concetto di natura, comprendendola non solo come un insieme di funzioni ma oltre questo come linguaggio del Creatore per aiutarci a discernere il bene dal male”.
Berlino è stato anche il luogo nel quale toccare con mano l’evoluzione dei rapporti della Chiesa con l’ebraismo e l’islam in Germania, riflettendo in particolare con il mondo musulmano sull’importanza, ha detto il Papa, della “libertà religiosa per uno sviluppo pacifico dell’umanità”.
In Turingia, “terra della riforma protestante”, Benedetto XVI, incontrando i vertici della Chiesa evangelica, ha ribadito l’impegno per l’unità “ben consapevoli che non possiamo ‘fare’ né la fede né l’unità tanto auspicata. Una fede creata da noi stessi non ha alcun valore, e la vera unità è piuttosto un dono del Signore” perché “solo Cristo può donarci quest’unità, e saremo sempre più uniti nella misura in cui torniamo a Lui e ci lasciamo trasformare da Lui”.
Nel suo viaggio poi il Papa si è immerso in una realtà dove proclamarsi cristiani ha voluto dire in passato sfidare l’oppressione nazista e comunista, ma ha potuto constatare come la fede in Germania abbia “un volto giovane, che è viva e ha un futuro”, confidando “nella collaborazione attiva dei giovani: con la grazia di Cristo, essi sono in grado di portare al mondo il fuoco dell’amore di Dio”.
Domenica 2 ottobre, all’Angelus, ha ricordato la figura della nuova beata piemontese Suor Antonia Maria Verna; poi, soffermandosi sulla parabola dei vignaioli infedeli, ha esortato a restare uniti a Cristo come il tralcio alla vite.
“Dio ha un progetto per i suoi amici, ma purtroppo la risposta dell’uomo è spesso orientata all’infedeltà, che si traduce in rifiuto. L’orgoglio e l’egoismo impediscono di riconoscere e di accogliere persino il dono più prezioso di Dio: il suo Figlio unigenito”.
Di qui, una viva esortazione del Papa ai fedeli di oggi: “saldamente ancorati nella fede alla pietra angolare che è Cristo, rimaniamo in Lui come il tralcio che non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite. Solamente in Lui, per Lui e con Lui si edifica la Chiesa, popolo della nuova Alleanza”.
Gian Paolo Cassano
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