LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
Appuntamento a Rio de Janeiro nel 2013 ! Sarà questa la sede della prossima Giornata Mondiale della Gioventù. L’annuncio ufficiale è stato dato dal Papa al termine delle S. Messa conclusiva celebrato domenica 21 agosto all’aeroporto di Madrid Cuatro Vientos, davanti agli oltre 2 milioni di giovani provenienti da tutto il mondo (molti, essendo l’area ormai strapiena, sono stati dirottati in altri luoghi dotati di maxi schermi).
Ad essi Benedetto XVI ha dato il compito di annunciare in tutto il mondo l’Amore di Cristo. All’invito di Gesù, “rispondetegli con generosità e audacia, come corrisponde a un cuore giovane qual è il vostro. Ditegli: Gesù, io so che Tu sei il Figlio di Dio, che hai dato la tua vita per me…Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera vita nelle tue mani”. Ma per seguire Gesù bisogna camminare con Lui nella Chiesa. “Non si può, dice, seguire Gesù da soli”. Chi cede alla tentazione di vivere la fede secondo una mentalità individualista, che predomina nella società, “corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo, o di finire seguendo un’immagine falsa di Lui”. A tutti chiede “di amare la Chiesa, che vi ha generati alla fede… “ riconoscendo l’importanza dell’ inserimento “nelle parrocchie, comunità e movimenti, così come la partecipazione all’Eucarestia di ogni domenica”, ma anche la confessione, la preghiera, la meditazione della Parola di Dio.
Grande è stato l’entusiasmo dei giovani che, esultanti, hanno accolto e acclamato il Papa con immensa allegria, come nella grande veglia di sabato 20 agosto, segnata dall’improvviso e forte temporale, che però non ha fatto desistere i presenti del loro impegno di preghiera, non fermando la loro travolgente allegria, continuando a cantare, applaudire e a scandire il nome di Benedetto XVI.
“Solo Cristo – ha detto Benedetto XVI, alterando il suo discorso in diverse lingue – può rispondere alle aspirazioni che portate in voi. Lasciatevi afferrare da Dio perché la vostra presenza nella Chiesa le dia un nuovo slancio!….. Egli stesso è il fondamento che sostiene e il punto sicuro di riferimento per una vita piena.”
Il Pontefice ha auspicato che i giovani siano “un faro di libertà, di riconciliazione e di pace per il mondo intero”, invitandoli a custodire “la fiamma che Dio ha acceso nei vostri cuori: …. fate in modo che non si spenga, anche se vengono le piogge, alimentatela ogni giorno, condividetela con i vostri coetanei che vivono nel buio e cercano una luce per il loro cammino”.
La Veglia di preghiera è stata preceduta da due incontri di grande emozione. Dapprima ha con sorpresa visto due religiose, suor Teresita, 103 anni, monaca di clausura, entrata nel Carmelo il 16 aprile del 1927, nel giorno in cui nasceva Benedetto XVI, accompagnata da una suora ottantenne, già in servizio per molti anni alla Congregazione per la Dottrina delle Fede, quando il cardinale Ratzinger ne era prefetto. Poi si è intrattenuto con i sofferenti (specie molti bambini disabili) alla Fondazione “Instituto S. José” di Madrid, amministrata dall’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio.
“Quando il dolore appare all’orizzonte di una vita giovane, – ha detto Benedetto XVI – rimaniamo sconcertati e forse ci chiediamo: può continuare ad essere grande la vita quando irrompe in essa la sofferenza?” La risposta sta “nell’offerta che Cristo fa di sé stesso sulla Croce per noi”. Questo ci insegna “a vivere il dramma della sofferenza per il nostro bene e la salvezza del mondo”.
Sabato 20 mattina incontrando i seminaristi, li ha invitati a non lasciarsi intimorire “da un ambiente nel quale si pretende di escludere Dio e nel quale il potere, il possedere o il piacere sono spesso i principali criteri sui quali si regge l’esistenza. Può darsi che vi disprezzino, come si suole fare verso coloro che richiamano mete più alte o smascherano gli idoli dinanzi ai quali oggi molti si prostrano. Sarà allora che una vita profondamente radicata in Cristo si rivelerà realmente come una novità, attraendo con forza coloro che veramente cercano Dio, la verità e la giustizia”.
Nella via crucis di venerdì 19 agosto, in Plaza de Cibeles a Madrid, sono state ricordate le tante situazioni di sofferenza che affliggono l’uomo di oggi, dalla guerra alla tossicodipendenza, dalle catastrofi naturali alle discriminazioni religiose e razziali. “La Passione di Cristo – afferma Benedetto XVI – ci sospinge a caricare sulle nostre spalle la sofferenza del mondo, con la certezza che Dio non è qualcuno di distante o lontano dall’uomo e dalle sue vicissitudini”. Per questo “volgiamo lo sguardo perciò a Cristo, appeso sul ruvido legno e chiediamogli che ci insegni questa sapienza misteriosa della croce, grazie alla quale l’uomo vive”.
Venerdì 18 agosto, in mattinata ha incontrato le giovani religiose e con i giovani docenti universitari nel complesso dell’Escorial.
Alle religiose ricorda come “la radicalità evangelica è rimanere «radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede», che nella vita consacrata significa andare alla radice dell’amore a Gesù Cristo con cuore indiviso, senza anteporre nulla a tale amore, con un’appartenenza sponsale, come l’hanno vissuta i Santi, nello stile di Rosa da Lima e Raffaele Arnaiz, giovani patroni di questa Giornata Mondiale della Gioventù”. Incoraggia poi i giovani docenti “a non perdere mai questa sensibilità e quest’anelito per la verità; a non dimenticare che l’insegnamento non è un’arida comunicazione di contenuti, bensì una formazione dei giovani che dovrete comprendere e ricercare; in essi dovete suscitare questa sete di verità… Siate per loro stimolo e forza”.
Tra i numerosi incontri non sono mancati quelli istituzionali con i Reali di Spagna, Juan Carlos e Sofia hanno accolto il Papa alla Zarzuela, come pure ha ricevuto l’omaggio delle altre autorità civili, a cominciare dal primo ministro Josè Luis Rodriguez Zapatero, di una Spagna, caratterizzata da discusse politiche di secolarizzazione, rilanciando il quadro della laicità aperta, per cui, “in una convivenza sanamente aperta, pluralistica e rispettosa, sa e può progredire senza rinunciare alla sua anima profondamente religiosa e cattolica”.
Così pure ci sono stati momenti significativi speciali, come il pranzo con alcuni giovani, la disponibilità alla confessione, insieme ad altri sacerdoti confessori, per quello che è stato definito un grande evento cattolico mondiale.
E’ stata una grande festa con i giovani che “rispondono con impegno quando si propone loro con sincerità e verità l’incontro con Gesù Cristo, unico redentore”.
Benedetto XVI ha chiesto di essere “testimoni coraggiosi e senza complessi, autentici e credibili”, in un momento di impasse globalizzata. “Non abbiate paura d’essere cattolici, di testimoniarlo sempre intorno a voi con semplicità e sincerità….. non conformatevi con qualcosa che sia meno della Verità e dell’Amore, non conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo”. Ed ancora : “Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri. Quindi, non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri la gioia della vostra fede!”.
Gian Paolo Cassano
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