LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
“E’ vietato restare indifferenti” davanti alla tragedia degli affamati e assetati del Corno d’Africa. Lo ha ribadito il Papa all’Angelus, domenica 31 luglio, ricordando che Cristo, “attento al bisogno materiale incoraggia a dividere il pane con i bisognosi”. E’ un richiamo “alle nostre responsabilità: fare tutto quello che è in nostro potere per venire in aiuto a chi soffre la fame e la sete”. Infatti, commentando il Vangelo sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci, ha fatto notare come Cristo sia “attento al bisogno materiale, ma vuole donare di più, perché l’uomo è sempre ‘affamato di qualcosa di più, ha bisogno di qualcosa di più’. Nel pane di Cristo è presente l’amore di Dio; nell’incontro con Lui ci nutriamo, per così dire, dello stesso Dio vivente, mangiamo davvero il «pane dal cielo»”. Dall’Eucaristia nasce “il servizio della carità nei confronti del prossimo”, come S. Ignazio di Loyola che scelse di vivere “ricercando Dio in tutte le cose, amando Lui in tutte le creature”.
Riprendendo, poi le Udienze da Castel Gandolfo, mercoledì 3 agosto, ha invitato a scoprire la bellezza della lettura della Bibbia, particolarmente in un clima di relax come quello estivo. Allora “perché non scoprire alcuni libri della Bibbia, che normalmente non sono conosciuti? O di cui forse abbiamo ascoltato qualche brano durante la Liturgia, ma che non abbiamo mai letto per intero? In effetti, molti cristiani non leggono mai la Bibbia, e hanno di essa una conoscenza molto limitata e superficiale”.
In questo modo “i momenti di distensione possono diventare, oltre che arricchimento culturale, anche nutrimento dello spirito, capace di alimentare la conoscenza di Dio e il dialogo con Lui, la preghiera.”
Nell’Angelus di domenica 7 agosto il Pontefice è ritornata sulla violenze in Medio Oriente (Libia, Siria…) pregando, “affinché lo sforzo per la riconciliazione prevalga sulla divisione e sul rancore” per una “pacifica convivenza” rispondendo “adeguatamente alle legittime aspirazioni dei cittadini”.
Commentando il brano evangelico di Mt 14 (Gesù che cammina sulle acque) ha colto il significato dai Padri della Chiesa. “Il mare simboleggia la vita presente e l’instabilità del mondo visibile; la tempesta indica ogni sorta di tribolazione, di difficoltà, che opprime l’uomo. La barca, invece, rappresenta la Chiesa costruita su Cristo e guidata dagli Apostoli. Gesù vuole educare i discepoli a sopportare con coraggio le avversità della vita, confidando in Dio, in Colui che si è rivelato al profeta Elia sull’Oreb nel sussurro di una brezza leggera (1 Re 19,12)”.
La Parola di Dio ci fa “comprendere che il Signore prima ancora che lo cerchiamo o lo invochiamo, è Lui stesso che ci viene incontro, abbassa il cielo per tenderci la mano e portarci alla sua altezza; aspetta solo che ci fidiamo totalmente di Lui e che prendiamo realmente la Sua mano”.
Nell’udienza di mercoledì 10 agosto il Pontefice si è soffermato sull’importanza dei monasteri, oasi dello spirito in cui Dio parla all’umanità che “uniscono due elementi molto importanti per la vita contemplativa”: la bellezza del creato e il silenzio.
“Il silenzio – ha aggiunto – è la condizione ambientale che meglio favorisce il raccoglimento, l’ascolto di Dio, la meditazione. Già il fatto stesso di gustare il silenzio, di lasciarsi, per così dire, ‘riempire’ dal silenzio ci predispone alla preghiera”.
Elia sull’Oreb, riconobbe la voce di Dio in una brezza leggera: “Dio parla nel silenzio, ma bisogna saperlo ascoltare. Per questo i monasteri sono oasi in cui Dio parla all’umanità; e in essi si trova il chiostro, luogo simbolico, perché è uno spazio chiuso, ma aperto verso il cielo”.
Per questo, specie in tempo di ferie, sono visitati da tanti:, poiché sono “una struttura portante del mondo” ed “anche l’anima, grazie a Dio, ha le sue esigenze”.
Gian Paolo Cassano
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