LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
Due giorni intensi il 4 e 5 giugno in Croazia, una visita pastorale (per il suo 19° viaggio apostolico internazionale) all’insegna della famiglia, dell’Europa e della figura del Beato Stepinac, dei giovani, con un grande risposta da parte di fedeli.
Nell’incontro delle famiglie cattoliche croate domenica 5 giugno ha ricordato come la famiglia tradizionale affronti difficoltà e minacce, l’intangibilità della vita umana, dal concepimento fino al suo termine naturale, l’apertura alla vita, come pure il contributo delle “piccole chiese domestiche” all’evangelizzazione nel mondo.
Ha parlato delle famiglie cristiane come “risorsa” decisiva per l’educazione alla fede, per “l’edificazione della Chiesa come comunione e per la sua presenza missionaria” in tutte le situazioni della vita. “Accanto alla parola della Chiesa, è molto importante la testimonianza e l’impegno delle famiglie cristiane, la vostra testimonianza concreta, specie per affermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale, il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio e la necessità di provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli”.
Il Papa ha invitato le famiglie ad essere “coraggiose” senza cedere “a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria o addirittura sostitutiva del matrimonio”, perché “è possibile amare come Cristo, senza riserve”, senza aver timore di “impegnarsi per un’altra persona”.
Occorre gioire “per la paternità e la maternità! L’apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro, così come il rispetto della morale naturale libera la persona, anziché mortificarla! Il bene della famiglia è anche il bene della Chiesa”.
Un altro tema è stato quello dell’Europa, auspicando il suo pieno ingresso nell’Unione Europea, poiché la Croazia si colloca “storicamente e culturalmente … nel centro dell’Europa.” E’ vero che “c’è una paura di un burocratismo centralistico troppo forte, di una cultura razionalistica, che non tiene sufficientemente conto della storia, della ricchezza della storia e anche della ricchezza della diversità storica”, ma “l’identità europea è un’identità propria nella ricchezza delle diverse culture, che convergono nella fede cristiana, nei grandi valori cristiani”.
Ha pregato poi sulla tomba del Beato Alojzije Stepinac, coraggioso difensore della libertà religiosa sotto il regime di Tito. “Proprio grazie alla sua salda coscienza cristiana – ha detto il Papa – ha saputo resistere ad ogni totalitarismo, diventando nel tempo della dittatura nazista e fascista difensore degli ebrei, degli ortodossi e di tutti i perseguitati, e poi, nel periodo del comunismo, «avvocato» dei suoi fedeli, specialmente dei tanti sacerdoti perseguitati e uccisi. Sì, è diventato «avvocato» di Dio su questa terra, poiché ha tenacemente difeso la verità e il diritto dell’uomo di vivere con Dio”.
Incontrando poi gli oltre 50.000 giovani presenti alla Veglia di preghiera sabato 4 giugno nella storica piazza Josip Jèlacic li ha incoraggiati a lasciarsi “prendere per mano da Gesù” perché “solo in Lui si realizza la vera felicità”, non disorientati da promesse allettanti di facili successi, ma a cercare la verità che va oltre e a non dubitare dell’amore di Dio. “Lasciate che vi prenda per mano! Lasciate che entri sempre di più come amico e compagno del vostro cammino! DateGli fiducia, non vi deluderà mai! Gesù vi fa conoscere da vicino l’amore di Dio Padre, vi fa comprendere che la vostra felicità si realizza nell’amicizia con Lui, nella comunione con Lui, perché siamo stati creati e salvati per amore, e solo nell’amore, quello che vuole e cerca il bene dell’altro, sperimentiamo veramente il significato della vita e siamo contenti di viverla, anche nelle fatiche, nelle prove, nelle delusioni, anche andando controcorrente.”
Gian Paolo Cassano
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