LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
Tutti abbiamo sete di Dio “nella profondità del nostro cuore”; lo ha affermato Benedetto XVI mercoledì 2 febbraio nella catechesi dedicata alla grande mistica Teresa d’Avila, vissuta nel XVI secolo, “uno dei vertici della spiritualità cristiana di tutti i tempi”.
Anche oggi “nella nostra società, spesso carente di valori spirituali”, Santa Teresa di Gesù “ci insegna ad essere testimoni instancabili di Dio, della sua presenza e della sua azione”: egli ha così auspicato che “l’esempio di questa Santa, profondamente contemplativa ed efficacemente operosa, spinga anche noi a dedicare ogni giorno il giusto tempo alla preghiera (…) il tempo della preghiera non è tempo perso, ma è un tempo nel quale si apre la strada verso la vera vita per imparare da Dio un amore ardente per Lui e per la sua Chiesa e una carità concreta per i nostri fratelli”. Per lei “pregare significa frequentare con amicizia” il Signore che ci ama.
Poi ha messo in rilievo alcune virtù evangeliche “teresiane”, “in particolare, il distacco dai beni o povertà evangelica, e questo concerne tutti noi; l’amore gli uni per gli altri come elemento essenziale della vita comunitaria e sociale; l’umiltà come amore alla verità; la determinazione come frutto dell’audacia cristiana; la speranza teologale, che descrive come sete di acqua viva”, senza dimenticare le virtù umane quali “affabilità, veracità, modestia, cortesia, allegria, cultura”.
Il Papa ha parlato de “Il Castello Interiore”, la sua opera mistica più famosa che è al tempo stesso una rilettura del proprio cammino di vita spirituale ed una codificazione del possibile svolgimento della vita cristiana verso la sua pienezza oltre all’amicizia della mistica con San Giovanni della Croce con il quale costituisce il primo convento di Carmelitani Scalzi. Il Pontefice ha infine ricordato il suo “amore incondizionato alla Chiesa: ella manifesta un vivo ‘sensus Ecclesiae’ di fronte agli episodi di divisione e conflitto nella Chiesa del suo tempo. Riforma l’Ordine carmelitano con l’intenzione di meglio servire e difendere la ‘Santa Chiesa Cattolica Romana’, ed è disposta a dare la vita per essa”.
All’Angelus domenica 6 febbraio il Papa ha pregato per la pace in Egitto perché “ritrovi la tranquillità e la pacifica convivenza, nell’impegno condiviso per il bene comune”. Ha ricordato poi la Giornata per la vita auspicando “che tutti si impegnino per far crescere la cultura della vita, per mettere al centro, in ogni circostanza, il valore dell’essere umano. Secondo la fede e la ragione la dignità della persona è irriducibile alle sue facoltà o alle capacità che può manifestare, e pertanto non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida e bisognosa di aiuto”.
E’ la testimonianza autentica di ogni cristiano indicata nelle immagini evangeliche del sale e della luce. Per questo “i discepoli del Signore – ha aggiunto il Pontefice – sono chiamati a donare nuovo ‘sapore’ al mondo, e a preservarlo dalla corruzione, con la sapienza di Dio che risplende pienamente sul volto del Figlio, perché Egli è la ‘luce vera che illumina ogni uomo’ (Gv 1,9). Uniti a Lui, i cristiani possono diffondere in mezzo alle tenebre dell’indifferenza e dell’egoismo la luce dell’amore di Dio, vera sapienza che dona significato all’esistenza e all’agire degli uomini”.
Gian Paolo Cassano
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