La Parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano

Il Natale non è sentimentalismo, ma un “mistero” che rende viva, qui e adesso, la presenza luminosa di Dio incarnato. Lo ha evidenziato Benedetto XVI mercoledì 5 gennaio, tenendo presente la Grotta e il Golgota connessi dal disegno della redenzione. Il Natale è “l’inizio del mistero centrale della salvezza che culmina nella passione, morte e risurrezione”, perché “Gesù comincia l’offerta di se stesso per amore fin dal primo istante della sua esistenza umana nel grembo della Vergine Maria (…) Incarnazione e Pasqua non stanno una accanto all’altra, ma sono i due punti chiave inseparabili dell’unica fede in Gesù Cristo, il Figlio di Dio Incarnato e Redentore. Croce e Risurrezione presuppongono l’Incarnazione”.

E’ il mistero del Natale che “affascina perché tutti in qualche modo intuiscono che la nascita di Gesù ha a che fare con le aspirazioni e le speranze più profonde dell’uomo. Il consumismo può distogliere da questa interiore nostalgia, ma se nel cuore c’è il desiderio di accogliere quel Bambino che porta la novità di Dio, che è venuto per donarci la vita in pienezza, le luci degli addobbi natalizi possono diventare piuttosto un riflesso della Luce che si è accesa con l’incarnazione di Dio”.

Nella solennità dell’Epifania, presiedendo l’Eucaristia in San Pietro, ha parlato dei Magi come di “persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la ‘firma’ di Dio, una firma che l’uomo può e deve tentare di scoprire e decifrare”. Si lasciano guidare dalla stella nel loro cammino.

Così noi “dobbiamo riandare al fatto che quegli uomini cercavano le tracce di Dio; cercavano di leggere la sua “firma” nella creazione; sapevano che “i cieli narrano la gloria di Dio” (Sal 19,2); erano certi, cioè che Dio può essere intravisto nel creato. Ma, da uomini saggi, sapevano pure che non è con un telescopio qualsiasi, ma con gli occhi profondi della ragione alla ricerca del senso ultimo della realtà e con il desiderio di Dio mosso dalla fede, che è possibile incontrarlo, anzi si rende possibile che Dio si avvicini a noi”.

Sanno leggere nel creato. “Nella bellezza del mondo sottolinea poi il Papanel suo mistero, nella sua grandezza e nella sua razionalità non possiamo non leggere la razionalità eterna, e non possiamo fare a meno di farci guidare da essa fino all’unico Dio, creatore del cielo e della terra. Se avremo questo sguardo, vedremo che Colui che ha creato il mondo e Colui che è nato in una grotta a Betlemme e continua ad abitare in mezzo a noi nell’Eucaristia, sono lo stesso Dio vivente, che ci interpella, ci ama, vuole condurci alla vita eterna”.

All’Angelus, Benedetto XVI si è soffermato sull’ansiaspirituale che spinge la missione della Chiesa: far conoscere Gesù, il suo Vangelo, perché ogni uomo possa scoprire sul suo volto umano il volto di Dio, e venire illuminato dal suo mistero d’amore.” Se l’Epifania preannuncia l’apertura universale della Chiesa, “ci dice anche in che modo la Chiesa realizza questa missione: riflettendo la luce di Cristo e annunciando la sua Parola”.

Domenica 9 gennaio, celebrando alcuni battesimi nella Cappella Sistina, ha parlato del sacramento fontale della vita cristiana che ci “inserisce in questo scambio d’amore reciproco che vi è in Dio tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo” riversando “su di loro l’amore di Dio, inondandoli dei suoi doni.”

Infatti “donandoci la fede, il Signore ci ha dato ciò che vi è di più prezioso nella vita, e cioè il motivo più vero e più bello per cui vivere”.

Per questo “la collaborazione tra comunità cristiana e famiglia è quanto mai necessaria nell’attuale contesto sociale, in cui l’istituto familiare è minacciato da più parti e si trova a far fronte a non poche difficoltà nella sua missione di educare alla fede. Il venir meno di stabili riferimenti culturali e la rapida trasformazione a cui è continuamente sottoposta la società, rendono davvero arduo l’impegno educativo”. Perciò, è necessario “sostenere le famiglie, piccole Chiese domestiche, nel loro compito di trasmissione della fede”.

Così anche all’Angelus ha incoraggiato “tutti i fedeli a riscoprire la bellezza di essere battezzati e a dare gioiosa testimonianza della propria fede”.

Infine ha ringraziato un gruppo di parlamentari italiani presenti “per il loro impegno, condiviso con altri colleghi, in favore della libertà religiosa.”

Gian Paolo Cassano

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