LA PAROLA di PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
Siamo amati da Dio; da qui nasce l’ottimismo della vita. Può essere così sintetizzata l’esperienza spirituale della mistica Giuliana di Norwich (vissuta tra il XIV e il XV secolo), a cui il Papa ha dedicato la catechesi nell’udienza di mercoledì 1 dicembre
Vivendo da anacoreta, rinchiusa in una cella, la mistica maturò “una sensibilità umana e religiosa finissima”, come accade anche oggi con quelle donne e quegli uomini “che si ritirano per vivere in compagnia di Dio” e “proprio grazie a questa loro scelta, acquisiscono un grande senso di compassione per le pene e le debolezze degli altri”.
E’ la grande stima della Chiesa per i “monasteri di clausura femminili e maschili che, oggi più che mai, sono oasi di pace e di speranza, prezioso tesoro per tutta la Chiesa, specialmente nel richiamare il primato di Dio e l’importanza di una preghiera costante e intensa per il cammino di fede”.
Giuliana di Norwich ebbe 16 rivelazioni mistiche nel 1373 da lei descritte in un libro che “contiene un messaggio di ottimismo fondato sulla certezza di essere amati da Dio e di essere protetti dalla sua Provvidenza”.
Qui risuona il tema dell’amore divino paragonato anche all’amore materno. Infatti la “tenerezza, la sollecitudine e la dolcezza della bontà di Dio verso di noi sono così grandi che, a noi pellegrini sulla terra, evocano l’amore di una madre per i propri figli”.
E’ un “messaggio centrale per la vita spirituale” dei cristiani di ogni epoca: “Dio è amore e solo quando ci si apre totalmente a questo amore e si lascia che esso diventi l’unica guida dell’esistenza, tutto viene trasfigurato, si trovano la vera pace e la vera gioia e si è capaci di diffonderle intorno a sé”.
Ora la sofferenza ed il dolore innocente sono da sempre una “provocazione” per la fede. Giuliana si riconosce “nei misteriosi disegni della Provvidenza”, sapendo che “anche dal male Dio sa trarre un bene più grande.” Scrive infatti: ‘Imparai dalla grazia di Dio che dovevo rimanere fermamente nella fede, e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere che tutto sarebbe finito in bene …’”.
E’ stata inoltre l’occasione per un accorato appello per la Chiesa in Cina che “sta vivendo momenti particolarmente difficili” (un’ ordinazione episcopale “conferita senza il mandato apostolico”), perché quei cristiani “testimonino la loro fede con coraggio, riponendo ogni speranza nel Salvatore che attendiamo” e, per l’intercessione della S. Vergine “possano realizzare un’autentica esistenza cristiana in comunione con la Chiesa universale, contribuendo così anche all’armonia e al bene comune del loro nobile Popolo”.
All’Angelus domenica 5 dicembre Benedetto XVI ha esortato ad accogliere l’invito del Battista “alla conversione dei cuori”, auspicando che l’Avvento sia “occasione per preparare nel cuore la via al Signore”. Occorre “ascoltare la voce di Dio, che risuona nel deserto del mondo attraverso le Sacre Scritture, specialmente quando sono predicate con la forza dello Spirito Santo”. “La fede, infatti, si fortifica quanto più si lascia illuminare dalla Parola divina, da “tutto ciò che – come ci ricorda l’apostolo Paolo – è stato scritto prima di noi… per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza” (Rm 15,4).
Gian Paolo Cassano
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