LA PAROLA di PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
L’udienza del Papa mercoledì 10 novembre si è mossa sulle orme del suo recente viaggio a Santiago e a Barcellona. Egli è stato “pellegrino insieme con quanti numerosissimi” si sono recati nei secoli a Compostela. “Dando, con emozione, il tradizionale abbraccio al Santo” – ha soggiunto – “pensavo a come questo gesto di accoglienza e amicizia sia anche un modo di esprimere l’adesione alla sua parola e la partecipazione alla sua missione. Un segno forte della volontà di conformarsi al messaggio apostolico” che “ci impegna ad essere fedeli custodi della Buona Novella che gli Apostoli hanno trasmesso” e che “trasforma ciascuno di noi in annunciatori instancabili della fede in Cristo, con la parola e la testimonianza della vita in tutti i campi della società”.
Così Santiago (è stata la preghiera del Pontefice) continui a mantenere “vivo il genuino significato religioso, spirituale e penitenziale, senza cedere alla banalità, alla distrazione e alle mode” e continui pure “ad essere punto di riferimento per l’Europa di oggi”, continente invitato “ad aprirsi sempre di più a Dio”.
Il ricordo, con parole di ammirazione, di Benedetto XVI è andato quindi alla Messa di dedicazione della Sagrada Familia di Barcellona. “Quella splendida opera – ha affermato – ricchissima di simbologia religiosa, preziosa nell’intreccio delle forme, affascinante nel gioco delle luci e dei colori, quasi un’immensa scultura in pietra, frutto della fede profonda, della sensibilità spirituale e del talento artistico di Antoni Gaudí, rinvia al vero santuario, il luogo del culto reale, il Cielo, dove Cristo è entrato per comparire al cospetto di Dio in nostro favore”.
La vita stessa del grande architetto catalano, ha sottolineato il Papa, fu esemplare dal punto di vista cristiano, al punto che “si può dire che, mentre Gaudì lavorava alla costruzione del tempio, Dio costruiva in lui l’edificio spirituale, rafforzandolo nella fede e avvicinandolo sempre più all’intimità con Cristo”. “In quell’edificio così imponente, egli ha posto la propria genialità al servizio del bello…. Il famoso architetto considerò questo lavoro come una missione nella quale era coinvolta tutta la sua persona (…) Intraprese così un’intensa pratica di preghiera, digiuno e povertà, avvertendo la necessità di prepararsi spiritualmente per riuscire ad esprimere nella realtà materiale il mistero insondabile di Dio”.
Domenica 14 novembre, all’Angelus, Benedetto XVI, ricordando “l’importanza del lavoro per la vita dell’uomo”, nella Giornata del Ringraziamento, ha richiamato una rivalutazione dell’agricoltura “non in senso nostalgico, ma come risorsa indispensabile per il futuro”.
Quindi si è soffermato sulla crisi economica globale, che va presa in tutta la sua serietà. “Essa – ha continuato il Papa – ha numerose cause e manda un forte richiamo ad una revisione profonda del modello di sviluppo economico globale (cfr Enc. Caritas in veritate, 21). E’ un sintomo acuto che si è aggiunto ad altri ben più gravi e già ben conosciuti, quali il perdurare dello squilibrio tra ricchezza e povertà, lo scandalo della fame, l’emergenza ecologica e, ormai anch’esso generale, il problema della disoccupazione”. Di qui la necessità di non incentivare “stili di vita improntati ad un consumo insostenibile, che risultano anche dannosi per l’ambiente e per i poveri”.
Allora “occorre puntare in modo veramente concertato, su un nuovo equilibro tra agricoltura, industria e servizi, perché lo sviluppo sia sostenibile, a nessuno manchino il pane e il lavoro, e l’aria, l’acqua e le altre risorse primarie siano preservate come beni universali (cfr Enc. Caritas in veritate, 27)”.
Gian Paolo Cassano
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