LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
Nell’Udienza generale di mercoledì 13 ottobre Benedetto XVI ha riflettuto sulla beata Angela da Foligno, grande mistica del XIII secolo. Angela, di famiglia benestante, si sposa presto, ha dei figli e con superficialità “si permette di disprezzare” i “penitenti”, che per seguire Cristo vendevano a quel tempo i propri beni per mettersi al servizio della Chiesa in povertà e penitenza. Ma nel 1285 avviene una svolta, da cui parte il suo “ricco cammino spirituale”, un susseguirsi di passi e di visioni interiori: “Angela da Foligno presenta il suo ‘vissuto’ mistico, senza elaborarlo con la mente, perché sono illuminazioni divine che si comunicano alla sua anima in modo improvviso e inaspettato.”
C’è in lei la consapevolezza del proprio peccato e alla paura della dannazione: “Angela sente di dover dare qualcosa a Dio per riparare i suoi peccati, ma lentamente comprende di non aver nulla da darGli, anzi di ‘essere nulla’ davanti a Lui”.
Nonostante abbia fatto una buona confessione, Angela è combattuta nell’anima: si trova perdonata ma è “ancora affranta dal peccato, – prosegue Benedetto XVI – libera e condizionata dal passato, assolta ma bisognosa di penitenza”.
Arriverà poi al culmine della maturazione spirituale quando comprenderà “il perdono di Dio …. come dono gratuito di amore del Padre” in Gesù crocifisso. “Contempla di preferenza il Cristo crocifisso, perché in tale visione vede realizzato il perfetto equilibrio: in croce c’è l’uomo-Dio, in un supremo atto di sofferenza che è un supremo atto di amore”.
“Oggi – conclude il Papa – siamo tutti in pericolo di vivere come se Dio non esistesse: sembra così lontano dalla vita odierna. Ma Dio ha mille modi, per ciascuno il suo, di farsi presente nell’anima, di mostrare che esiste e mi conosce e mi ama. E la beata Angela vuol farci attenti a questi segni con i quali il Signore ci tocca l’anima, attenti alla presenza di Dio, per imparare così la via con Dio e verso Dio, nella comunione con Cristo Crocifisso”.
Domenica 17 ottobre il Papa ha proclamato sei nuovi santi: Stanisław Sołtys, André Bessette, Cándida María de Jesús Cipitria y Barriola, Mary of the Cross MacKillop, Giulia Salzano e Battista Camilla Varano.
All’Angelus, salutando i partecipanti alla 46° Settimana sociale organizzata dalla CEI ha tracciato “un’agenda di speranza”, nella ricerca costante del bene comune, senza lasciarsi prendere dalla sfiducia.
“Siamo tentati – dice il Papa – di dedicarci all’attività, di impiegare tutti i mezzi umani per raggiungere i nostri scopi, e non ricorriamo a Dio”. Eppure con la parabola del giudice disonesto, Gesù insegna: “se un giudice disonesto alla fine si lascia convincere dalla preghiera di una vedova, quanto più Dio, che è buono, esaudirà chi lo prega”.
Dio infinitamente misericordioso “è sempre disposto ad ascoltare le preghiere. Pertanto, non dobbiamo mai disperare, ma insistere sempre nella preghiera,” che “dev’essere espressione di fede”.
Gian Paolo Cassano
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.