LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
Un invito a conoscere meglio la Bibbia e a viverla intensamente per arrivare all’amicizia con Gesù; ne ha parlato Benedetto XVI all’udienza generale di mercoledì 6 ottobre sviluppando la catechesi su Santa Gertrude la Grande, monaca tedesca vissuta nella seconda metà del 1200, che ha segnato la cultura cristiana con la sua interiorità e la sua statura culturale.
Geltrude “è una donna eccezionale, dotata di particolari talenti naturali e di straordinari doni di grazia, di profondissima umiltà e ardente zelo per la salvezza del prossimo, di intima comunione con Dio nella contemplazione e di prontezza nel soccorrere i bisognosi”.
E’ un autentico ingegno all’interno del monastero di Helfta, una fucina di formazione cristiana e culturale d’eccellenza. “La sua biografa – aggiunge il Papa – indica due direzioni di quella che potremmo definire una sua particolare ‘conversione’: negli studi, con il passaggio radicale dagli studi umanistici profani a quelli teologici, e nell’osservanza monastica, con il passaggio dalla vita che ella definisce negligente alla vita di preghiera intensa, mistica, con un eccezionale ardore missionario”.
Gertrude scopre il gusto di una più forte intimità con Cristo, e il suo formidabile ingegno “sarà un unico servizio alle verità di fede, divulgate “con chiarezza e semplicità, con grazia e persuasività”.
E’ l’amicizia con Gesù, il Signore il centro di una vita felice, di una vita vera. “E questa amicizia – osserva Benedetto XVI – si impara nell’amore per la Sacra Scrittura, nell’amore per la liturgia, nella fede profonda, nell’amore per Maria, in modo da conoscere sempre più realmente Dio stesso e così la vera felicità, la meta della nostra vita”.
Aprendo il Sinodo per il Medio Oriente domenica 10 ottobre il Papa ha lanciato un appello perché tutti possano “vivere dignitosamente nella propria patria” poiché ciò “è un diritto umano fondamentale”.
Per questo “occorre favorire condizioni di pace e di giustizia, indispensabili per uno sviluppo armonioso di tutti gli abitanti della regione. Tutti dunque sono chiamati a dare il proprio contributo: la comunità internazionale, sostenendo un cammino affidabile, leale e costruttivo verso la pace; le religioni maggiormente presenti nella regione, nel promuovere i valori spirituali e culturali che uniscono gli uomini ed escludono ogni espressione di violenza. I cristiani continueranno a dare il loro contributo non soltanto con le opere di promozione sociale, quali gli istituti di educazione e di sanità, ma soprattutto con lo spirito delle Beatitudini evangeliche, che anima la pratica del perdono e della riconciliazione”.
All’Angelus, ha auspicato che la Chiesa di quella regione sia “segno e strumento di unità e riconciliazione”, proseguendo nell’annunciare il messaggio perenne di Cristo. In un momento in cui i cristiani “si trovano spesso a sopportare condizioni di vita difficili, sia a livello personale che familiare e di comunità”, l’annuncio evangelico deve risuonare “ancora più necessario e urgente”. “E’ preghiera del cuore, – ha detto richiamando Papa Giovanni Paolo II – in cui la ripetizione dell’’Ave Maria’ orienta il pensiero e l’affetto verso Cristo, e quindi si fa supplica fiduciosa alla Madre sua e nostra. E’ preghiera che aiuta a meditare la Parola di Dio e ad assimilare la Comunione eucaristica, sul modello di Maria che custodiva nel suo cuore tutto ciò che Gesù faceva e diceva, e la sua stessa presenza”.
Gian Paolo Cassano
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