LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano

E’ stato caratterizzato dalla beatificazione del card. Newman e dall’incontro con la gente che è stata conquistata dall’umanità e dell’umiltà di Benedetto XVI. Il viaggio, che è stato preceduto da polemiche ed accompagnato anche da manifestazioni di dissenso, si è invece caratterizzato da momenti di grande intensità, di attenzione profonda da parte di una società fortemente secolarizzata e multiculturale, di consapevolezza della profondità della comunità di tradizione tra Chiesa anglicana e cattolica anche nell’espressione liturgica.

E’ stata un’occasione davvero benedetta – ha commentato l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, primate della Chiesa anglicana – e la gente è uscita per le strade per manifestare la sua fede.” Gli Inglesi hanno capito che Benedetto XV è venuto come “un amico, un grande amico – ha commentato p. Federico Lombardi, portavoce della S.Sede – perché aveva un messaggio di amicizia, di gioia, un messaggio costruttivo da portare”. La Messe sono state vere feste della fede, quella “luce gentile” (di cui parlava il card. Newman) che i cristiani sono chiamati a diffondere nel mondo. La sua beatificazione (domenica 19 a Birmingham) è stata infatti l’occasione della visita del Pontefice nel Regno Unito.

In Newman possiamo riconoscere “la santità di un confessore” che ha dato “testimonianza eloquente” nel suo ministero sacerdotale attraverso la predicazione, gli insegnamenti e gli scritti. La sua “fu un’esperienza immediata – ha affermato il Papa – della verità della Parola di Dio, dell’oggettiva realtà della rivelazione cristiana quale era stata trasmessa nella Chiesa” ed egli vedeva la propria opera “come una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale”.

Mercoledì 15 settembre, nell’Udienza generale, alla vigilia del suo viaggio apostolico (dal 16 al 19 settembre, il primo in forme ufficiale di un Papa) in Gran Bretagna, il Pontefice si era soffermato nella catechesi, sulla figura di S. Chiara d’Assisi la cui “testimonianza ci mostra quanto la Chiesa tutta sia debitrice a donne coraggiose e ricche di fede come lei, capaci di dare un decisivo impulso per il rinnovamento della Chiesa”. E’ “una delle sante più amate”, anche per il suo “gesto audace, ispirato dal profondo desiderio di seguire Cristo e dall’ammirazione per Francesco”, praticando “in modo eroico le virtù che dovrebbero contraddistinguere ogni cristiano”, in particolare “l’umiltà, lo spirito di pietà e di penitenza, la carità”.

Significativo l’omaggio (giovedì 16 settembre) reso alla regina d’Inghilterra (capo della Chiesa anglicana) iniziando con la visita ad Edimburgo, ospite di Elisabetta II, esortando gli inglesi a non lasciare “oscurare il fondamento cristiano che sta alla base delle sue libertà”, perché quel patrimonio, “che ha sempre servito bene la nazione” possa “plasmare costantemente l’esempio del suo governo e del suo popolo”.

Venerdì 17 settembre, in visita alla St. Mary’s University College a Londra, ha invitato i giovani alla santità, non accontentandosi “di seconde scelte”. “Vi sto chiedendo – ha ribadito il Papa – di non perseguire un obiettivo limitato, ignorando tutti gli altri”. Avere soldi, ha detto, “rende possibile essere generosi e fare del bene nel mondo, ma, da solo, non è sufficiente a renderci felici”. Né basta avere successo nello sport o nel lavoro per essere felici. “La felicità è qualcosa che tutti desideriamo, ma una delle grandi tragedie di questo mondo è che così tanti non riescono mai a trovarla, perché la cercano nei posti sbagliati. La soluzione è molto semplice: la vera felicità va cercata in Dio”.

Nell’incontro poi con i leader delle altre religioni ha sottolineato come “la ricerca del sacro” non svaluti “gli altri campi dell’indagine umana”, ma indichi “la fondamentale importanza per la vita umana di questa ricerca spirituale nella quale siamo impegnati.”

Significativo l’incontro ecumenico di venerdì sera nella convinzione che “l’unità voluta di Cristo per i suoi discepoli giungerà solo come risposta alla preghiera, mediante l’azione dello Spirito Santo, che senza sosta rinnova la Chiesa e la guida alla pienezza della verità”.

Ad Hyde Park, nella sera di sabato 18 settembre (con la partecipazione di centomila persone, in gran parte giovani) il Papa ha invitato a testimoniare nella vita la fede e ad avere la passione per la verità anche se il prezzo da pagare è alto, sapendo che questa testimonianza non è possibile senza intimità con Dio: “senza la vita di preghiera, senza l’interiore trasformazione che avviene mediante la grazia dei sacramenti, non possiamo – con le parole di Newman – ‘irradiare Cristo’; diveniamo semplicemente un altro ‘cembalo squillante’ (1Cor 13,1) in un mondo già pieno di crescente rumore e confusione, pieno di false vie che conducono solo a profondo dolore del cuore e ad illusione”.

Parole forti e chiare sono state anche quelle del Papa pensando alle “immense sofferenze causate dall’abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri” e ribadendo (salutando il premier Cameron alla partenza per Roma) come “proprio la diversità della Gran Bretagna” sia “una sfida per il suo Governo e per il suo popolo, ma rappresenti anche una grande opportunità per un ulteriore dialogo interculturale e interreligioso per l’arricchimento dell’intera comunità.”

Gian Paolo Cassano

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