LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
L’Udienza generale di mercoledì 1 settembre è stata dedicata alla figura di Ildegarda di Bingen, monaca tedesca vissuta nell’XI secolo. Ildegarda seppe in quel contesto dare il suo contributo all’edificazione della Chiesa “con la sua coraggiosa capacità di discernere i segni dei tempi, con il suo amore per il Creato (…) il suo amore per Cristo e per la sua Chiesa, sofferente anche in quel tempo, ferita anche in quel tempo dai peccati dei preti e dei laici, e tanto più amata come Corpo di Cristo”.
Come superiora nel Monastero mise a frutto “le sue doti di donna colta, spiritualmente elevata e capace di affrontare con competenza gli aspetti organizzativi della vita claustrale (…) Lo stile con cui esercitava il ministero dell’autorità è esemplare per ogni comunità religiosa: esso suscitava una santa emulazione nella pratica del bene, tanto che, come risulta da testimonianze del tempo, la madre e le figlie gareggiavano nello stimarsi e nel servirsi a vicenda”.
Domenica 5 settembre il Papa si è recato a Carpineto Romano, patria di papa Leone XIII, nel bicentenario della sua nascita. Il suo lungo pontificato è segnato dal contributo profondo dato alla dottrina sociale della Chiesa (con l’enciclica Rerum Novarum); “il Papa Leone XIII – ha detto Benedetto XVI – con l’assistenza dello Spirito Santo, è stato capace di fare questo in un periodo storico tra i più difficili per la Chiesa, rimanendo fedele alla tradizione e, al tempo stesso, misurandosi con le grandi questioni aperte”.
Ha poi messo in rilievo “la sua intima religiosità”, caratterizzata da una grande fede e da una profonda devozione. Infatti “questo rimane sempre la base di tutto, per ogni cristiano, compreso il Papa. Senza la preghiera, cioè senza l’unione interiore con Dio, non possiamo far nulla, come disse chiaramente Gesù ai suoi discepoli durante l’Ultima Cena (cfr Gv 15,5)”. Leone XIII sentì il compito di presentare “una lettura complessiva e prospettica della nuova società”. Così “in un’epoca di aspro anticlericalismo e di accese manifestazioni contro il Papa, Leone XIII seppe guidare e sostenere i cattolici sulla via di una partecipazione costruttiva, ricca di contenuti, ferma sui principi e capace di apertura. Un Papa molto anziano, ma saggio e lungimirante, poté così introdurre nel XX secolo una Chiesa ringiovanita, con l’atteggiamento giusto per affrontare le nuove sfide”.
Tornando poi a Castelgandolfo per l’Angelus il Papa ha lanciato ai giovani una proposta “controcorrente”. Benedetto XVI, riferendosi al messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù (Madrid 2011) ha richiamato con forza a riflettere sulla cultura che sembra dominante proponendo ai giovani di essere “radicati” e “saldi”. E’ una sfida ad una cultura “indecisa riguardo ai valori di fondo, ai principi in base ai quali orientare e regolare la propria vita”.
Per questo ha scelto l’immagine dell’albero: “Il giovane – ha spiegato – infatti, è come un albero in crescita: per svilupparsi bene ha bisogno di radici profonde, che, in caso di tempeste di vento, lo tengano ben piantato al suolo”.
Sono necessarie per questo “valide fondamenta” perché una casa sia sicura: “la piena maturità della persona, la sua stabilità interiore, hanno il fondamento nella relazione con Dio, relazione che passa attraverso l’incontro con Gesù Cristo”.
“Se nessun uomo è un’isola – ha ancora aggiunto il Papa – tanto meno lo è il cristiano, che scopre nella Chiesa la bellezza della fede condivisa e testimoniata insieme agli altri nella fraternità e nel servizio della carità”.
Gian Paolo Cassano
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