LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
Quest’anno il Papa non è andato in montagna, ma si recato nella residenza estiva di Castelgandolfo. Le udienze sono sospese, ma alla domenica si rivolge ai fedeli per la recita dell’Angelus.
Domenica 11 luglio il Papa ha reso omaggio a San Benedetto, di cui ha voluto scegliere il nome, “un uomo di vita santa … di nome e per grazia” (come scrisse San Gregorio Magno), “padre e legislatore del monachesimo occidentale”, patrono d’Europa, riconoscendo “l’opera meravigliosa svolta per la formazione della civiltà europea.”
Riferendosi poi al Vangelo del Buon Samaritano ha incoraggiato “a trasformare la nostra mentalità secondo la logica di Cristo, che è la logica della carità: Dio è amore, e rendergli culto significa servire i fratelli con amore sincero e generoso”.
“Questo racconto evangelico – ha osservato il Papa – offre il ‘criterio di misura’, cioè “l’universalità dell’amore che si volge verso il bisognoso incontrato ‘per caso’, chiunque egli sia.” Il cristiano dunque ha “‘un cuore che vede’ dove c’è bisogno di amore, e agisce in modo conseguente”.
Da qui l’affidamento a Maria in “questo tempo di vacanze, affinché i nostri cuori non perdano mai di vista la Parola di Dio e i fratelli in difficoltà”.
Ancora sull’estate si è soffermato nell’Angelus di domenica 18 luglio, ribadendo come questa sia “un momento favorevole per dare il primo posto a ciò che effettivamente è più importante nella vita, vale a dire l’ascolto della Parola del Signore. Ce lo ricorda anche il Vangelo di questa domenica, con il celebre episodio della visita di Gesù a casa di Marta e Maria, narrato da San Luca”.
La parola di Cristo è chiarissima: “nessun disprezzo per la vita attiva – ha spiegato il Papa – né tanto meno per la generosa ospitalità; ma un richiamo netto al fatto che l’unica cosa veramente necessaria è un’altra: ascoltare la Parola del Signore; e il Signore in quel momento è lì, presente nella Persona di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la Parola di Dio è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano”.
Occorre dare un senso all’agire umano: “senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo? Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande”.
Gian Paolo Cassano
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