LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
Il sacerdote è chiamato ad annunciare la Verità del Vangelo: così si è espresso il Papa nell’Udienza dello scorso mercoledì 14 aprile, parlando del ministero del sacerdozio e in particolare sull’insegnamento delle verità della fede, il munus docendi. Un compito oggi particolarmente urgente: “Viviamo – ha osservato – in una grande confusione circa le scelte fondamentali della nostra vita e gli interrogativi su che cosa sia il mondo, da dove viene, dove andiamo, che cosa dobbiamo fare per compiere il bene, come dobbiamo vivere, quali sono i valori realmente pertinenti. In relazione a tutto questo esistono tante filosofie contrastanti, che nascono e scompaiono, creando una confusione circa le decisioni fondamentali, come vivere, perché non sappiamo più, comunemente, da che cosa e per che cosa siamo fatti e dove andiamo”.
La funzione “in persona Christi del sacerdote” è quella di “rendere presente, nella confusione e nel disorientamento dei nostri tempi, la luce della parola di Dio, la luce che è Cristo stesso in questo nostro mondo.”
Sacerdozio vuol dire essere immersi nella Verità che salva anche in tempi difficili come quelli attuali. “Quella del sacerdote – ha ribadito Benedetto XVI – di conseguenza, non di rado, potrebbe sembrare ‘voce di uno che grida nel deserto’ (Mc 1,3), ma proprio in questo consiste la sua forza profetica: nel non essere mai omologato, né omologabile, ad alcuna cultura o mentalità dominante, ma nel mostrare l’unica novità capace di operare un autentico e profondo rinnovamento dell’uomo, cioè che Cristo è il Vivente, è il Dio vicino, il Dio che opera nella vita e per la vita del mondo e ci dona la Verità, il modo di vivere”. Quindi, ha invitato i sacerdoti a guardare con fiducia l’esempio di San Giovanni Maria Vianney, un “uomo di grande sapienza ed eroica forza nel resistere alle pressioni culturali e sociali del suo tempo per poter condurre le anime a Dio”.
Al termine il Pontefice ha rivolto un pensiero particolare alle vittime del terremoto che ha colpito la Cina orientale.
Sabato 17 e domenica 18 aprile il Papa si è recato in visita a Malta (in occasione dei 1950 anni del naufragio di San Paolo), accolto con una grande e calorosa partecipazione.
Egli ha messo in rilievo il ruolo importante che ha Malta nel promuovere i valori cristiani in Europa, “nei dibattiti odierni sull’identità, la cultura e le politiche europee” e in campi come “la tolleranza, la reciprocità, l’immigrazione ed altre questioni cruciali per il futuro di questo Continente”.
Malta “dovrebbe continuare a difendere l’indissolubilità del matrimonio quale istituzione naturale e sacramentale, come pure la vera natura della famiglia, come già sta facendo nei confronti della sacralità della vita umana dal concepimento sino alla morte naturale, e il vero rispetto che si deve dare alla libertà religiosa secondo modalità che portino ad un autentico sviluppo integrale sia degli individui sia della società”.
Nella S.Messa di domenica 18, nell’omelia, ha esortato a non lasciarsi irretire da quelle voci che invitano a mettere da parte la fede. ”Si è tentati di pensare – ha spiegato – che l’odierna tecnologia avanzata possa rispondere ad ogni nostro desiderio e salvarci dai pericoli che ci assalgono. Ma non è così. In ogni momento della nostra vita dipendiamo interamente da Dio, nel quale viviamo, ci muoviamo ed abbiamo la nostra esistenza. Solo lui può proteggerci dal male, solo lui può guidarci tra le tempeste della vita e solo lui può condurci ad un porto sicuro, come ha fatto per Paolo ed i suoi compagni, alla deriva sulle coste di Malta”.
Fermandosi sul sacerdozio e ricordando la beatificazione da parte di Giovanni Paolo II di Dun Ġorġ Preca (il 9 maggio 2001), ha inviato a prenderlo per modello aggiungendo: “con Pietro abbiate il coraggio di rispondere: Sì, Signore, tu sai che io ti amo e accogliete con cuore grato il magnifico compito che egli vi ha assegnato”.
Al Regina Coeli ha invitato a preservare “la fede e i valori che vi sono stati trasmessi dal vostro padre, l’apostolo San Paolo” lodando la “particolare devozione” che i maltesi nutrono verso la Madonna, venerata in particolare nel Santuario di N. S. di Ta’ Pinu, sull’Isola di Gozo.
Il Papa ha anche incontrato presso la nunziatura alcune vittime di abusi sessuali da parte di esponenti del clero. “Profondamente commosso” per la loro storia – riferisce un comunicato – “ha espresso la sua vergogna e il suo dolore per quanto hanno sofferto le vittime e le loro famiglie …., assicurandoli che la Chiesa sta facendo, e continuerà a fare, tutto ciò che è in suo potere per indagare sulle denunce, portare alla giustizia i responsabili di abusi e attuare misure efficaci volte a tutelare i giovani nel futuro.”
Gian Paolo Cassano
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.