LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
”Ogni discepolo di Cristo, anche ciascuno di noi, è chiamato ad essere testimone. È questo il preciso, impegnativo ed esaltante mandato del Signore risorto”. Lo ha ricordato il Papa nel corso dell’udienza dello scorso mercoledì 7 aprile.
E’ la “notizia bella, lieta e portatrice di gioia” della Risurrezione, che segna “il trionfo di Cristo sul male e sulla morte”. È questa “la ‘buona notizia’ per eccellenza, è il ‘Vangelo’ annunciato e tramandato nei secoli, di generazione in generazione”, l’evento straordinario della potenza di Dio ma anche “un fatto ‘storico’, reale, testimoniato e documentato. È l’avvenimento che fonda tutta la nostra fede.” E’ il fatto che “possiamo riconoscere ogni qualvolta vediamo spuntare i germi di una pace vera e duratura, là dove l’impegno e l’esempio di cristiani e di uomini di buona volontà è animato da rispetto per la giustizia, da dialogo paziente, da convinta stima verso gli altri, da disinteresse, da sacrificio personale e comunitario.” Di qui l’invito del Pontefice a lasciarsi “conquistare dal fascino della Resurrezione di Cristo”!
Domenica 11 aprile, al Regina Coeli, Benedetto XVI ha parlato della missione della Chiesa che è quella di portare a tutti il lieto annuncio, la gioiosa realtà dell’Amore misericordioso di Dio, “perché, come dice san Giovanni, crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché credendo, abbiate la vita nel suo nome”.
Soffermandosi poi sulla festa della Divina Misericordia (opportunamente istituita da Giovanni Paolo II canonizzando S. Faustina Kowalska), ne ha colto i tratti nella pagina del Vangelo di Giovanni al cap.20 dove il Risorto visita i suoi discepoli nel Cenacolo: “Sant’Agostino spiega che le porte chiuse non hanno impedito l’entrata di quel corpo in cui abitava la divinità”.
Qui Gesù mostra i segni della passione, fino a concedere all’incredulo Tommaso di toccarli. “In realtà – ha evidenziato il Papa – la condiscendenza divina ci permette di trarre profitto anche dall’incredulità di Tommaso oltre che dai discepoli credenti. Infatti, toccando le ferite del Signore, il discepolo esitante guarisce non solo la propria, ma anche la nostra diffidenza”.
Benedetto XVI ha ancora una volta incoraggiato tutti i Pastori a seguire l’esempio del santo Curato d’Ars, ”che, nel suo tempo, ha saputo trasformare il cuore e la vita di tante persone, perché è riuscito a far loro percepire l’amore misericordioso del Signore. Urge anche nel nostro tempo un simile annuncio e una simile testimonianza della verità dell’Amore”.
Ha infine espresso il proprio cordoglio per le vittime dell’incidente aereo in Russia in cui è morto il presidente polacco Lech Kaczynski e si è riferito all’Ostensione della S. Sindone (che lo vedrà pellegrino a Torino il 2 maggio), auspicando che “l’immagine di Gesù misericordioso” risplenda nella vita di ognuno e “soprattutto uno straordinario richiamo verso il mistero della sofferenza di Cristo”.
Gian Paolo Cassano
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